Foto e Video di Eventi Meteo

La Nevicata del 1956

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La Grande Nevicata del 2012

In 48 ore cancellato il 1956
Ferentino, 04 Febbraio 2012 Sembrava una stagione invernale sotto tono con pochissime precipitazioni e clima con temperature al di sopra delle medie, ma la formazione di un imponente anticiclone termico Russo Siberiano (Un immenso serbatoio di aria polare) stava creando le condizioni per una prima metà di Febbraio che resterà negli annali della meteorologia italiana. Così nei giorni precedenti all’evento quando si sentiva parlare di allerta neve, nessuno (sia persone che istituzioni) ha preso davvero in considerazione le parole degli esperti in meteorologia andando rilassati, inconsapevoli e impreparati verso “un’apocalisse nevosa”. E così la sera del 2 febbraio, proprio come il lontano plurimenzionato ’56, tutto ha avuto inizio! Ha cominciato a nevicare alle ore 19.30 quando non tutti ancora erano rientrati in casa e per strada all’improvviso subito i primi disagi! A Ferentino, i fiocchi sono scesi da subito violenti, ricoprendo man mano strade, prati e tetti, tra la felicità di adulti e bambini, che già prevedevano un venerdì di vacanza, senza pensare ancora minimamente a cosa si stava andando incontro. E infatti al primo mattino (ore 7.00) del giorno 3 febbraio lo spettacolo che si è presentato ai nostri occhi era si meraviglioso ma anche inquietante. Per terra già si misuravano 30 cm di neve e continuava a venire giù che era una meraviglia!!! Alle 9.00, nella parte bassa del paese, è saltata la corrente, ma a quell’ora con l’entusiasmo alle stelle, poco è importato a tutti (oltretutto pensavano ad un distacco temporaneo), avevamo davanti un’intera bellissima giornata da passare tra la neve. Passeggiare sotto la bufera è qualcosa di indescrivibile, i piedi che affondano sulla coltre bianca e gli occhi che hanno voglia di guardare tutto come non mai quel paesaggio che si veste a nuovo! Verso mezzogiorno la situazione inizia a degenerare, fulmini e tuoni sordi preannunciano l’arrivo di temporali nevosi che iniziano a scaricare vere tormente di neve senza tregua. Intorno alle ore 18.00 la felicità e la gioia di un paesaggio incantevole inizia a trasformarsi inizialmente in preoccupazione e poi in paura. L’unico rumore che si sente costantemente è quello dei rami che si spezzano sotto il peso assurdo di 80 Cm di neve che continua a cadere incessantemente. Intorno alle ore 20.00 tutto il Paese è senza elettricità, riscaldamenti, acqua, telefono fisso, telefono cellulare. E così io e i miei compaesani abbiamo fatto un tuffo nel passato, quel passato che ci raccontavano i nostri nonni o che rappresentano i film d’epoca che ci emozionano di più. Per tutti i quasi 3 giorni delle varie mancanze ci si alzava presto la mattina (nel letto era difficile resistere con una temperatura di 8 gradi in casa), si raccoglieva la neve appena caduta, ancora bianca e incontaminata, e la si metteva nei tegami, nel frattempo si coglieva anche l’occasione per fare due chiacchiere con i vicini di casa da “tetto a tetto”, mentre il tegame sul gas bolliva a 100 gradi, e così con quell’acqua ci si poteva cucinare e lavarsi tutta la famiglia; poi si mettevano nel frigo contenitori pieni di neve per non permettere che tutto il cibo conservato andasse a male; e infine pala in mano tutta la giornata a cercare di aprire un varco almeno per il passaggio a piedi, fatica quasi sempre inutile, visto che nel giro di poco tornava a coprirsi tutto ancora di bianco e la sera per avere quel minimo tepore sotto le coperte, si andava a letto con una bottiglia d’acqua calda tra le braccia, ovvio dire che quell’acqua fosse ancora e sempre neve sciolta. Impossibile in quei giorni avere notizie di ciò che stesse avvenendo nel mondo, ma anche semplicemente in altre zone a pochi km da noi, ogni tanto arrivavano voci di gente in seria difficoltà, anziani isolati senza nulla da mangiare o bere, donne incinte in procinto di partorire, un paio di vittime del freddo, capannoni crollati, cavi dell’alta tensione spezzati, pali del telefono sotterrati dai rami di alberi caduti. Nessuno di noi poteva però dare credibilità massima a quelle parole perché in un battibaleno dalla moderna tecnologia che ha reso le comunicazioni così facili e veloci, si era tornati al modo più antico di diffondere le notizie: la comunicazione porta a porta. Nel giro di poche ore sembrava che ci fossimo
proiettati indietro nel passato di almeno 100 anni. La mattina del 4 ci si è resi conto del disastro che aveva colpito il mio paese. L’accumulo nevoso aveva raggiunto e superato il metro di altezza ma fortunatamente alle ore 6.00 erano cessate le precipitazioni nevose. Si iniziava ad intravedere il chiarore di un pallido sole tra le nubi sottili, tutto sembrava come ricoperto da un marmo bianco brillante levigato da un maestro artigiano. Latte, pane e acqua cominciavano ad essere preziosi quanto l’oro, la piccola bottega di alimentari vicino casa che di solito quotidianamente serve le vecchiette nei dintorni, era una delle poche in tutto il paese ad essere aperta e ancora fornita dei “beni primari” e soprattutto a organizzarsi per sfornare qualche pagnotta di pane. Le strade cominciarono ad animarsi di un viavai di gente a piedi in cerca oltre ai citati preziosi anche di batterie e candele che erano diventate introvabili. Qualcuno girava con i lumicini che si usano portare al Cimitero. Riguardo ai pochi mezzi di trasporto si vedeva circolare qualche trattore e persone a cavallo al diavolo la civiltà moderna! Finalmente tutti per la strada trovano il tempo di fare due chiacchiere e di essere solidari l’uno con l’altro riallacciando rapporti Umani che riempivano il cuore. La neve nei suoi grandi disagi ha avuto il pregio di animare le coscienze di tutti, un vero miracolo!! E così si riscopre nelle difficoltà quello spirito comunitario, che l’individualismo di questi anni aveva annientato, tra social network, macchine con vetri oscurati e frenetico tran-tran quotidiano. E’ di nuovo sera, il buio lascia intravedere nelle case dei vicini lo scintillio color pastello delle candele accese, la notte non fa più paura perché fugaci si riescono ad intravedere le stelle. I disagi sono stati davvero notevoli, i danni numerosi, la giunta comunale ha avuto serie difficoltà nel gestire l’emergenza, perché non hanno creduto nei bollettini meteo ricevuti! Dopo 5 giorni di tregua il giorno 10 Febbraio sono caduti altri 38 Cm di neve, il giorno 11 ancora neve per 14 Cm e infine 1 Cm il giorno 12.Il totale in questa assurda prima decade di Febbraio 2012 l’accumulo complessivo ha superato il metro e mezzo.

di Alfredo COLLALTI

Intervista su Rai 3

I servizi in diretta della RAI e di SKY durante le nevicate di Febbraio 2012 a Ferentino

Nevicata del 15 Aprile 1995 a Ferentino (parte prima)

I Miei amici del Meteo

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Il diavolo di sabbia (o diavolo di polvere) 24 Agosto 2011
è un fenomeno meteorologico tipico dei territori desertici e secchi,
eppure alle ore 15.00 del 24 Agosto questo fenomeno molto raro si è
verificato a Ferentino (Fr) in località Fontana Pitta nei pressi della
Pizzeria il Giardino.
Il “diavolo di sabbia” non è minimamente legato ad

una perturbazione a carattere temporalesco anche se la sua forma
richiama quello delle trombe d’aria. La particolarità di questo violento
fenomeno è che si sviluppano anche quando in cielo non vi è nemmeno una
nuvola e la durata varia dai 30 secondi a qualche minuto. La sua
formazione è causata da un eccessivo surriscaldamento della superficie
di un suolo secco e caldo che, in presenza di una leggera depressione
sovrastante, genera un mulinello di aria che può crescere in dimensioni e
in potenza. L’aria surriscaldata, essendo meno densa tende a
dirigersi verso l’alto, richiamando nuova aria dall’ambiente
circostante.

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1° Luglio 2009 Fulmine intercettato dalla mia WebCam

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La nevicatina del 17 Dicembre 2010

Ecco le immagini della nevicatina avvenuta in quel di Ferentino il giorno 17 Dicembre 2010
Buona visione:

Inizia a nevicare automobilisti impreparati:

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Intensifica, sono le ore 17.55:

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Arrivano i nostri:

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Ma come si montano le catene:

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Fa troppo freddo e allora legna legna legna nel camino e stiamo al calduccio !!
Forse troppa Camino del vicino in fiamme

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Ore 19.00 L’Apoteosi

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Grazie Venerdì 17 dicembre 2010, Meriti un fiore

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15 DICEMBRE 2008 SUPERCELLA SU FERENTINO E’ ALLUVIONE

Sul mio sito meteo le previsioni parlavano di 48 ore di allerta meteo considerate le abbondanti piogge previste e le condizioni dei terreni non più capaci di assorbire pioggia viste le forti precipitazioni dei giorni precedenti, mai avrei potuto immaginare un evento di inaudita potenza localizzato in un’area molto ristretta. Ebbene è quello che è accaduto a Ferentino e parte della Valle del Sacco sempre nel territorio dell’antica cittadina ciociara. Io ho vissuto in prima persona tutto l’evento, cercherò di riassumerlo con l’ausilio di immagini e delle mappe meteo relative all’evento stesso.
Erano le 12.10 ed ero in ufficio a Frosinone ho notato un repentino calo di luce all’esterno esco in balcone per vedere cosa stesse accadendo rimango letteralmente impietrito, nubi nere in veloce movimento vorticoso proprio sulla mia testa, ho immediatamente capito che stava accadendo qualcosa di grosso. Lancio un messaggio sul forum Meteonetwork al mio amico Maurizio Cruciani responsabile meteo della Protezione Civile di Frosinone chiedendogli cosa stesse accadendo e visto che non ero in possesso di fotocamera di scattare delle foto. Senza aspettare risposta mi precipito verso l’auto e parto direzione Ferentino. Sulla mia testa solo nubi basse nerissime dal movimento vorticoso in senso antiorario con diversi accenni di Funnel uno dei quali toccava sulla mia destra il vicinissimo Monte Radicino alzando come un getto di polvere, davanti a me solo un bianco intenso quasi accecante muro bianco, comunque la mia preoccupazione in quel momento non era l’intensità della pioggia a cui andavo incontro ma della possibile formazione di trombe d’aria. Percorsi un paio di km mi chiama sul cellulare Amedeo (Responsabile Meteonetwork Lazio) anche lui in auto direzione Fiuggi che mi avvisa che molto probabilmente stava accadendo qualcosa di grosso su Ferentino, mentre ci scambiavamo 2 parole ecco che 500 metri dopo il bivio di Tecchiena mi trovo di fronte al muro bianco, riduco la velocità e avviso Amedeo che devo chiudere la conversazione. Ci siamo, entro a velocità ridottissima e accendo le frecce di emergenza, la sensazione che ho provato è stata quella di entrare dentro una cascata, il rumore sul tetto della macchina era assordante si trattava di acqua e grandine piccolissima, visibilità ridotta a 10 metri. A questo punto sono solo a 1 km dal bivio per Ferentino, le prime macchine desistono nel proseguire e accostano. Proseguo sempre lentamente, nella mia testa rimane inspiegabile solo la paura di eventuali forti raffiche di vento. Ora sono davanti al comunale di calcio, l’acqua sulla strada inizia a salire diciamo una 20 cm. Prendo il bivio per Ferentino località Bassetto, qui la situazione improvvisamente degenera. Le macchine davanti a me sono ferme con il motore spento c’è più di mezzo metro d’acqua a terra e il nubifragio continua imperterrito con la stessa mostruosa intensità. Prendo il telefonino e chiamo Maurizio Cruciani alla Protezione Civile in una conversazione da parte mia molto agitata chiedo che vengano immediatamente portati dei soccorsi in quella zona. Ho il fuoristrada e decido di sorpassare le auto ferme davanti a me andando verso quella che so essere la parte più bassa e quindi più rischiosa. Dopo poco, davanti a me una enorme bolla di acqua alta un metro si alza dalla strada capisco che è un tombino saltato, fortunatamente in quel punto non ho macchine sul lato destro e lo evito, proseguo sempre molto lentamente oramai ci saranno 70 cm d’acqua ho paura la sento sbattere a metà sportello della macchina, il rumore sulla cappotta intanto è sempre più assordante ora i chicchi di grandine sono leggermente più grandi. Ci sono, la strada inizia leggermente a salire sto per uscire da quel lago. Finalmente sono fuori percorro in salita la strada che è un fiume in piena. Poco più avanti vedo delle macchine scendere, mi sbraccio cercando di fermarli. Poco più di 10 minuti e sono a casa, pigio il telecomando per aprire il cancello elettrico, il lampeggiante si accende ma il cancello non si apre, sicuramente sarà intasato dai sassi. Non ho l’ombrello scendo con il cappuccio del giaccone sulla testa premo nuovamente il telecomando e spingendo con le mani riesco ad aprirlo. Salgo a casa ma quei 30 secondi fuori sono stati fatali, è come se mi fossi buttato in piscina. Entro in casa e butto il giaccone in bagno, squilla il telefonino è Maurizio che mi informa che diverse squadre di pronto intervento si stanno recando a Ferentino, lo ringrazio e mi dirigo nello studio dove ho la Davis. Sono le ore 13.45 la stazione segna 85 mm di accumulo e un Rain Rate di 90 mmh, ma è proprio ora che nell’assurdità la precipitazione aumenta di intensità, grandina fortissimo prendo la fotocamera e tento di scattare delle foto, ma fuori non si vede quasi nulla, la strada sotto casa è un torrente in piena. Rain Rate sale 100 mmh 120 mmh e per 23 minuti non va mai sotto i 100. Ho nuovamente paura penso a quelle persone intrappolate. Alle 14.15 segno 123.5 mm finalmente cala l’intensità della pioggia e si attesta tra i 12/15 mmh fino a cessare intorno alle 14.30 facendo segnare l’accumulo complessivo dell’evento a 128.5 mm . Da quel momento fino a tarda sera si sentivano incessanti solo le sirene dei mezzi di soccorso.

Di Alfredo Collalti

Radar evento

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Foto

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Rain Rate

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la ruotazione molto veloce delle nubi in senso antiorario che venivano come risucchiate da quel nucleo evidenziato in rosso.

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